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Riserva Naturale
Val di Mello

Cronaca di una campagna naturalistica in Val di Mello

Per due scienziati ambientali interessati alla conservazione della natura l’opportunità di fare una campagna naturalistica nella Riserva Naturale più grande della Lombardia non poteva che essere presa al volo!
Siamo Marco e Beatrice e abbiamo partecipato alla prima edizione della Summer school in Val di Mello inserita nel progetto Partecip-azioni della cooperativa sociale Koinè, in collaborazione con il Comune di Valmasino e Parco Nord Milano.
Quella che nella nostra testa si era figurata come una lezione a cielo aperto fatta di ruoli assegnati, ricerca mirata, tempi stretti e minuti contati in realtà si è rivelata essere una
bellissima esperienza di condivisione e convivialità in cui persone diverse, con formazioni ed esperienza differenti, hanno potuto trasmettere ciò che le appassionava di più in completa libertà.
Nella nostra settimana, dal 24 al 29 luglio, eravamo in 13 persone compresi gli organizzatori Samuele Romagnoli, naturalista e guida di media montagna, e Bianca Lombardi, naturalista e educatrice per Koinè. Alcuni si conoscevano già e avevano già vissuto esperienze simili insieme, per altri invece era la prima volta e, come noi, non sapevano effettivamente cosa aspettarsi. Già dall’accoglienza si poteva però capire che sarebbe stata una settimana a dir poco avventurosa: quasi tre ore di cammino lungo un sentiero roccioso, sotto la pioggia e con gli zaini pesanti contenenti tutto l’occorrente per il pernottamento e le provviste per la settimana acquistate dagli organizzatori e divise tra di noi, in modo che ognuno portasse qualcosa.

Quel giorno la nostra meta era la Casera Pioda, nostro alloggio per la settimana e punto di partenza per gli altri giorni della campagna. La piccola baita, posizionata in una radura alla fine della foresta, viene generalmente sfruttata dai pastori che, in questa stagione, portano i loro animali nei pascoli più alti.
Lo scrosciare del torrente, a pochi metri dalla casera, il suono dei campanacci e le vette coperte dalle nubi ci hanno subito fatto entrare in un mondo diverso da quello frenetico e affollato a cui siamo abituati.

Il temporale non ci ha permesso di ripartire il pomeriggio e abbiamo quindi deciso di dedicarlo all’organizzazione degli spazi e alla spiegazione della riserva e di ciò che avremmo dovuto fare durante la settimana. Le mattine successive siamo quindi partiti alla ricerca delle nostre specie
target: il Cerambice del faggio (Rosalia alpina) e la Lucertola vivipara (Zootoca vivipara). Per verificare la presenza della prima specie era necessario trovare dei faggi vetusti con legno morto dove il cerambicide depone le uova e vive sotto forma di larva. Nel bosco in zona Cascate del Ferro, abbiamo costruito dei plot di 20 m x 20 m intorno ai faggi più vecchi, cercando i segni della presenza della specie, con esito purtroppo negativo. Anche con la Lucertola vivipara non abbiamo avuto fortuna. In questo caso i metodi di monitoraggio erano di due tipi: il controllo degli shelter, posizionati in zone umide o di torbiera, e il plot 20 m x 20 m in zone con presenza di cumuli di massi al sole.
L’animo da naturalisti ci ha spinto però a continuare a guardarci intorno. Oltre questo spirito, l’interesse di alcuni per la botanica e di altri per l’entomologia e la dotazione tecnologica, tra macchine fotografiche, binocoli e stereoscopi da campo, ci hanno permesso di stupirci con ogni piccola pianta, artropode, uccello o camoscio in lontananza.
Altro importante fattore della campagna era la comunicazione e la diffusione dell’importanza della nostra esperienza e del rispetto della natura con i fruitori che ogni giorno frequentano in gran numero la Val di Mello. Tra falsi miti, informazioni, scheletri e piante con semi da cui ha preso ispirazione il meccanismo del velcro, la divulgazione e l’apertura della scienza nei confronti dei cittadini risultano fondamentali per favorire la convivenza e aumentare l’interesse e il rispetto della natura che ci circonda. Di rado in queste campagne si affronta questa problematica sempre più importante che è quindi stata un interessante valore aggiunto.
Un ultimo bellissimo aspetto della settimana è stato il rapporto creato tra il gruppo, costruito tra condivisione di interessi, collaborazione, cavalli voraci, aiuto reciproco, aperitivi al tramonto, bagni nell’acqua gelida e tisane.
I panorami e l’esplorazione della natura, conditi dalle bellissime interazioni tra di noi, hanno reso quest’esperienza formativa ancora più incisiva, lasciandoci entusiasti e aprendo nuove strade e collaborazioni.