Per un naturalista non c’è nulla di più bello di una Riserva da studiare, una lista di specie da verificare e la compagnia di altri appassionati studenti e naturalisti. Aggiungi la stufa, il fiume e la camerata con i letti a castello…e la magia è fatta!
Per due settimane di fine luglio, insieme a Bianca, siamo andati su e giù per la valle con due gruppi di giovani studenti e studentesse (biologi, naturalisti, scienziati ambientali), provenienti da tutta Italia, che sognano un lavoro nella conservazione della natura e per una settimana si sono messi alla prova in un ambiente difficile quanto affascinante. Ricordo gli occhi che luccicano per qualche piccola soddisfazione come il coleottero rinoceronte Sinodendron cylindricum, un bellissimo rappresentante della famiglia dei lucanidi nuova segnalazione per la riserva (già rinominato “il rinoceronte della val di Mello”), trovato mentre eravamo alla ricerca dell’iconica Rosalia alpina o la Vipera aspis francisciredi che dopo un temporale notturno prendeva il sole in un bel muretto a secco del fondovalle e si è lasciata osservare e fotografare per qualche minuto. Anche le piante ci hanno riempito gli occhi di bellezza, i maestosi faggi centenari delle Cascate del Ferro, gli sfagni multicolore della torbiera della Valle di Zocca e tra le tante specie, le affascinanti piante carnivore Dorsera rotundifolia e Pinguicola vulgaris. Anche alcuni uccelli iconici della fauna delle alpi non hanno mancato di farsi osservare degli occhi attenti degli studenti. L’aperitivo con le aquile in volo sopra la pioda è diventato un cliché e stupende anche le pernici che ci hanno strappato un sorriso nella fatica del fuori sentiero.
Il lavoro del naturalista però, soprattutto in ambiente alpino, è fatto di sacrifici e fatica per salire e scendere le montagne e le valli dove cercar animali e piante, di sveglie all’alba e rientri di corsa sotto la pioggia battente. Misurarsi con i nostri limiti e con la nostra resistenza ci ha fatto capire qualcosa di più su quello che vogliamo fare da grandi. Alcuni del gruppo erano alla prima esperienza sul campo, altri avevano già sperimentato campagne di monitoraggio e sono stati grandi risorse, per quasi tutti era la prima esperienza di lavoro ad alta quota e la fatica ma anche la soddisfazione sono state la costante della settimana. La bellezza dei paesaggi e dei luoghi hanno certamente reso meno frustranti gli obiettivi mancati (in particolare: Lucertola vivipara e Rosalia alpina), le pastasciutte e i risotti “sbroccati” (come si dice a Roma) hanno risistemato gli animi a fine giornata, i tuffi nella pozza gelida a fianco alla casera Pioda sono stati rigeneranti per le gambe stanche. Anche mettersi alla prova con la comunicazione della scienza, prima tra noi e poi allo stand di accoglienza alla riserva, è stata una prova interessante che ci ha fatto ragionare sulle difficoltà e la bellezza delle sfide (ad esempio: il “turismo di massa”) che la conservazione in aree naturali ci pone di fronte.
Con oltre 70 specie animali riconosciute e determinate, qualche migliaio di metri di dislivello nelle gambe e una ventina di facce sorridenti non possiamo dirci che soddisfatti dalla nostra “spedizione”, un successo di bellezza e di partecipazione e un esempio di turismo lento e responsabile nella Riserva.
Questo è il racconto – scritto da Samuele Romagnoli naturalista e accompagnatore del gruppo di studenti insieme a Bianca Lombardi – della prima edizione della Summer school organizzata nella Riserva Naturale della Val di Mello dal 17 al 29 luglio, parte del progetto “Partecip_Azioni in Val di Mello”, sviluppato dal Parco Nord Milano, dal Comune di Val Masino, con la nostra collaborazione e il contributo di Fondazione Cariplo.
Grazie anche al patrocinio di Societas Herpetologica Italica, l’iniziativa è stata promossa su tutto il territorio nazionale ed ha raccolto l’adesione di 14 studenti e studentesse provenienti da diverse università italiane: dalle facoltà naturalistiche e ambientali dell’Università Statale di Milano e Bicocca, Università dell’Insubria, Università di Genova, Università di Pisa ed Università La Sapienza di Roma.